Milanoplatinum.com: “FOLÍAS DE ESPAÑA!” per la pianista classica Irene Veneziano (02-03-2016)

A cura di Paola Parri

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“FOLÍAS DE ESPAÑA!” PER LA PIANISTA CLASSICA IRENE VENEZIANO

Irene Veneziano (credits Gaetano M.Roberto)
Irene Veneziano (credits Gaetano M.Roberto)

“Folías de España!” per la pianista classica Irene Veneziano –

In collaborazione con il portale Pianosolo, inauguriamo una nuova collaborazione all’insegna della musica.


“FOLÍAS DE ESPAÑA!” PER LA PIANISTA CLASSICA IRENE VENEZIANO

Ad ascoltarla suonare immediatamente viene evocata la parola “talento”, ma Irene Veneziano oltre a un naturale dono possiede tutte quelle qualità che la musica richiede: dedizione, impegno, sensibilità. Pianista classica, Irene Veneziano ha compiuto un percorso di studi accademico contrassegnato dai massimi riconoscimenti, distinguendosi poi in numerosi concorsi nazionali e internazionali fra i quali il prestigioso Concorso Chopin di Varsavia nel 2010. Attualmente svolge attività concertistica, su palcoscenici di tutto il mondo, e didattica, sia in conservatorio che in occasione di masterclass.

Irene Veneziano. Ph Gaetano M.Roberto
Irene Veneziano. Ph Gaetano M.Roberto

L’arte di questa pianista si colloca in quel territorio al quale attiene il concetto di grazia, una grazia non ricevuta ma conquistata, giacché nella musica nulla è regalato e al contrario va seriamente sudato. Il pianismo di Irene Veneziano è già oltre l’idea di base di un’assoluta padronanza tecnica del mezzo e va invece a posizionarsi in quella meno scontata dell’interpretazione congegnata con gli indispensabili elementi della conoscenza, dello studio, di una spiccata sensibilità e di una capacità di lettura del testo musicale mai monocorde. Delicata eppure decisa, energica eppure poetica, la formula estetica di Irene Veneziano include tutta la vasta gamma dell’umano sentire alla quale l’artista conferisce il proprio inconfondibile imprinting.

Irene Veneziano. Ph Gaetano M. Roberto
Irene Veneziano. Ph Gaetano M. Roberto

La Spagna e le sue atmosfere sono al centro della recente registrazione di Irene Veneziano, intitolata “Folías de España!”, avvenuta in occasione di una serie concerti presso i “Giardini La Mortella” di Ischia. La pianista attinge a piene mani dal repertorio di compositori come Isaac Albéniz ed Enrique Granados e ci trasporta in un mondo musicale dai mille colori, tra virtuosismo e meditazione, tra delicata poesia e fervida immaginazione.

Folias

A parlarci di queste “Folías de España!” è la stessa Irene Veneziano in questa intervista.

Le “Follie di Spagna” sono al centro di questa sua recente registrazione che appunto è totalmente centrata su musica di compositori spagnoli o sulle suggestioni che questo Paese ha esercitato su compositori quali Franz Liszt ad esempio.
Qual è il suo legame con questa musica? Fascino, attrazione, passione? Perché la Spagna?

Irene Veneziano: Tutte e tre le cose insieme! Mi sono sempre sentita affascinata e catturata dal carattere della musica spagnola, che trovo molto spontanea e genuina, una musica sincera. Essa alterna momenti improvvisativi e meditativi ad altri che, anche attraverso ritmi di danza, esprimono un’allegria trascinante. Mi rispecchio molto in questo tipo di musica, è come se la sentissi mia.

Ci sono alcune caratteristiche espressive e di poetica a suo parere ricorrenti nella musica colta proveniente da questi Paesi? Una comune visione estetica?

A mio parere una caratteristica comune ai compositori di questi Paesi è che essi non partono dalla forma o dalla struttura per creare un pezzo musicale, ma è l’espressione del significato, in poche parole la “storia”, che plasma il pezzo. Questo comporta che le loro opere spesso si focalizzino sul dettaglio e lo valorizzino, senza che necessariamente sia data particolare attenzione alla forma generale. Ciò è testimoniato dal fatto che queste pagine sono ricchissime di indicazioni espressive e agogiche: per esempio in El amor la muerte di Granados solamente nella prima pagina è possibile trovare più di quindici indicazioni tra cambi di tempo, rallentando/accelerando ed esortazioni espressive.

Per questo cd lei ha selezionato alcuni brani molto suggestivi di differenti compositori che presentano caratteri individuali ben marcati: Isaac Albéniz ed Enrique Granados. Quali aggettivi userebbe per definire questi due giganti della musica spagnola? 

Albéniz è per me, specialmente nella Suite Spagnola op.47 che presento nel cd, un “pittore”: ogni suo pezzo ha un colore suo, un carattere ben preciso. Questo compositore riesce a creare piccoli quadretti ognuno con la sua ben definita personalità. Definirei invece Granados “espressivo”: l’intensità espressiva, viscerale all’ennesima potenza, pervade ogni sua opera.

Qual è invece nella sua lettura la visione di Liszt della Spagna? Come nasce questa “Rhapsodie espagnole”?

Liszt, ispirato da un suo tour svolto in Spagna e Portogallo nel 1845, scrisse questa rapsodia citando alcuni temi spagnoli molto importanti: tra questi la celeberrima Follia di Spagna (da cui prende anche il nome il mio cd), antichissimo tema utilizzato e variato da moltissimi compositori nel corso della storia della musica, e la Jota Aragonese, una danza popolare vivace e briosa. Come in molte delle sue opere, Liszt assorbe, oltre al tema stesso, anche il carattere di un intero genere di musica e di un popolo, trasfigurandolo in modo molto personale (e, come spesso accade, virtuosistico).

Questi brani hanno il pregio di essere molto piacevoli all’ascolto, ma al contempo lasciano intuire numerose e ardue difficoltà nell’esecuzione, sia sotto l’aspetto tecnico che da un punto di vista espressivo. Cosa ne pensa? 

Ho scelto questo programma in primo luogo perché l’ho amato moltissimo e speravo che anche il pubblico avesse la mia stessa sensazione. Nonostante nel programma non siano presenti (tranne forse Asturias) pezzi molto conosciuti al grande pubblico, ai concerti ho sempre ricevuto forti apprezzamenti per la scelta di questo repertorio, che risulta diretto e accattivante. Le difficoltà tecniche ed espressive sono molte, ma esse rappresentano semplicemente dei mezzi per rendere appieno un’idea e una sensazione.

In generale qual è il percorso da intraprendere per superare le difficoltà del meccanismo e arrivare a una interpretazione personale del brano?

Intanto è necessario tenere presente che quasi sempre è il significato espressivo di un passaggio difficile che ci dà la chiave per risolverlo tecnicamente. Il musicista è come uno scienziato: deve riflettere su ogni difficoltà tecnica e trovare la soluzione per poterla eseguire correttamente e con agio, in modo da potersi dedicare esclusivamente all’interpretazione. Non bisogna sentirsi schiavi dei passaggi, bisogna invece imparare a dominarli e gestirli, utilizzando la musica a proprio vantaggio. La propria interpretazione si crea poi a poco a poco quasi spontaneamente durante lo studio: il continuo approfondimento del brano porta a un’assimilazione totale di quella musica, fino a raggiungere il momento in cui ci si sente totalmente liberi e si ha come la sensazione di “parlare” attraverso quelle note, come se le avessimo scritte noi stessi.

“Folías de España!” arriva dopo altre sue pregevoli registrazioni dedicate ad esempio alla musica di Chopin, Debussy, a Ottorino Respighi in duo con violino, o ai “Notturni” di Remo Vinciguerra per le Edizioni Curci e ancora un live registrato a Torino. 

Quali sorprese ci riserverà ancora Irene Veneziano?

Il prossimo cd che ho intenzione di registrare comprenderà vari autori, alcuni classici (Liszt, Debussy, Chopin, Ravel, Mendelssohn), altri meno noti (Alkan, Cowell), dei quali ho scelto alcune opere tutte collegate da un unico tema: l’acqua. E dopo questi frizzanti “giochi d’acqua”, chissà quali altre sorprese avrò in serbo per voi!