Intervista per la rivista “Il Mercato del lavoro” (febbraio 2013)
http://www.ilmercatodellavoro.com/costruire-futuro.html#.UT-fWdZXGAg Cari lettori, oggi vi parliamo di Irene Veneziano giovane musicista che ha trovato il coraggio di auto prodursi e mettere in vendita i suoi CD. Una storia che abbiamo deciso di raccontarvi perché crediamo che la musica e la cultura musicale del nostro Paese, stanno vivendo un periodo di crisi che rischia di cancellare uno dei più grandi patrimoni che la nostra storia ci ha tramandato. La questione principale non risiede solo nell’assenza di risorse finanziare, ma forse, ancor più gravemente, nella totale assenza di un progetto sulle attività musicali in Italia. In Italia i teatri, le orchestre, i festival o chiudono i battenti o sopravvivono annaspando nella assoluta precarietà. Naturalmente i nostri politici da tempo non investono nella “cultura” e sulla “ricerca”, anzi, la sperimentazione musicale è inesistente o quasi, non esistono centri di produzione collegati alle tecnologie avanzate, le istituzioni musicali non commissionano nuove opere ai compositori italiani ecc. In questo quadro così poco ottimistico, i giovani musicisti vivono anche loro nella precarietà e con la paura del futuro. Irene Veneziano però ha capito che “se non vuole rischiare di essere considerata una bambocciona dalla società, devo pensare al suo futuro cercando di allargare le sue vedute”. Ma parliamo con lei… Irene diplomata in pianoforte a Gallarate, ottiene poi il Diploma Accademico di II livello al Conservatorio “G. Verdi” di Milano, il Diploma di Musica da Camera all’Accademia di Imola, il Diploma di Perfezionamento all’Accademia di S. Cecilia di Roma (con “Borsa di studio G. Sinopoli” consegnatale dal Presidente della Repubblica al Quirinale). Ha suonato in Europa (Italia, Svezia, Polonia, Francia, Svizzera, Albania, Montenegro, Germania), Asia (Vietnam, Giordania, Israele, Cina, Singapore, India, Corea), Africa (Tunisia) e America (Usa, Canada). Nel 2011 ha debuttato al Teatro Alla Scala di Milano. Semifinalista al prestigiosissimo Concorso F. Chopin di Varsavia 2010, ha vinto una trentina di concorsi pianistici nazionali e internazionali. Irene quando hai cominciato a suonare? Quando la tua passione si è trasformata in una professione? Ho iniziato a prendere lezioni di pianoforte quando avevo 9 anni, un po’ per caso poiché i miei genitori non sono musicisti. Dopo 4 anni ho superato i primi esami da privatista, entrando poi in conservatorio a 15 anni. Nel corso del tempo la mia passione è cresciuta esponenzialmente: da semplice hobby iniziale si è trasformata in qualcosa di cui non avrei potuto più fare a meno. La mia attività concertistica è costantemente cresciuta e i risultati continui in vari concorsi pianistici mi hanno incoraggiato a proseguire su questa strada, a detta di tutti molto incerta. Poiché tenevo moltissimo alla scuola e avevo risultati molto buoni al Liceo Scientifico, la decisione non è stata per niente semplice. Proprio durante la quinta liceo mi sono trovata a dover scegliere se proseguire con l’università (pensavo alla facoltà di matematica) o se invece dedicarmi ai corsi musicali, anch’essi da poco diventati universitari e quindi non compatibili con le altre facoltà. Quando ho scelto di tentare la strada musicale, ero pronta a cambiare direzione se non mi fossi sentita realizzata o se non avessi avuto abbastanza riscontri, cosa che per fortuna non è avvenuta. Tu hai deciso di aprire una partita Iva: ci sono delle agevolazioni per i giovani? Esatto. Per chi ha meno di 35 anni, lo Stato dà la possibilità di aprire una Partita IVA agevolata, chiedendo solo il 5% di tasse se non si supera un fatturato di 30.000 euro l’anno. A mio avviso, questa è un’eccellente opportunità, peccato sia poco nota a tanti giovani. La mia opinione è che gli organi d’informazione dovrebbero pubblicizzarla di più. Mi piace pensare che anch’io, con le fatture che emetto, contribuisco a un piccolo aumento del PIL, il quale a sua volta può rendere meno pesante il debito dello Stato. Occorre però trovare un buon commercialista e non è stato facile: il mio ramo è abbastanza particolare. Fortunatamente, un collega mi ha messo in contatto con lo Studio Bagnacavalli di Milano, dove ho trovato competenza e i consigli giusti per gestire correttamente la mia attività. Perché hai deciso di auto produrti e vendere i tuoi CD? Tutto è partito quando ho preso in esame la mia situazione pensionistica. A questa età non viene spontaneo pensare alla pensione, ma dopo aver verificato l’esiguità dei miei versamenti, nonostante tutti i concerti fatti finora, mi sono messa le mani ai capelli… Nell’era dei download gratuiti non pensi sia stata una mossa un pò azzardata? Qual è il tuo pubblico? Certamente potrebbe sembrare una mossa azzardata e quasi anacronistica. Tuttavia, esiste ancora una nicchia composta di persone che amano avere un oggetto fisico tra le mani, e magari sostenere concretamente un artista che trovano valido. È a loro che mi rivolgo. I primi riscontri che ho avuto da questa iniziativa sono incoraggianti. Da quando sono ufficialmente operativa, ovvero dalla fine di novembre 2012, e da quando ho iniziato a pubblicizzarmi on-line e sui Social Network tipo Facebook, ho avuto già molte ordinazioni non solo di persone che mi seguono e che desiderano darmi un supporto concreto, ma anche di persone che non mi conoscono: che mi avevano sentito nominare, o incuriosite da questa novità, sia in Italia sia all’estero. Anche la stampa locale e il Corriere on-line hanno dato risalto alla mia iniziativa, e già si trovano on-line recensioni positive riguardanti il mio CD, come ad esempio questa: http://www.pianosolo.it/2012/12/16/irene-veneziano-plays-chopin-and-debussy-2012/ Tu hai tra l’altro un diploma in didattica della musica. Hai mai pensato all’insegnamento? Assolutamente sì, e infatti insegno moltissimo, soprattutto negli ultimi anni. Mi dedico principalmente all’insegnamento dello strumento, nonostante il diploma quadriennale di didattica mi abiliti all’educazione musicale. Tengo dei corsi pianistici sia annuali (con incontri mensili) sia estivi. Insegnare mi piace moltissimo, entro facilmente in sintonia con chi ho davanti e adoro trovare le giuste soluzioni tecniche e psicologiche per ottenere dei miglioramenti e dei buoni risultati. Imparo anch’io moltissimo dall’insegnamento, e a mia volta credo di risultare utile a tanti soprattutto perché ho lavorato molto su me stessa, sperimentando e ricercando per conto mio, anche se ovviamente supportata dagli ottimi insegnamenti ricevuti durante gli studi. Qualche consiglio per i nostri lettori? Tutti si lamentano, e anche a ragione; la situazione scoraggia, perché l’impegno è molto, così anche come le spese per gli studi, ma i risultati tardano a farsi vedere e ci si chiede se arriveranno mai. Tuttavia la lamentela non genera benessere, e spesso impedisce di vedere quello che di positivo esiste. Contatti: A cura di Cristina Romagnolo |
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